“Arte”, questa parola usata, abusata, impropriamente usata…
Voglio dire, tante sono le persone brave, anche molto brave, in una delle tante arti. Che si tratti di pittura, musica, artigianato… ma poi c’è quel qualcosa che fa la differenza e rende speciali. Non è detto che sia la perfezione nell’esecuzione, la tecnica o gli anni di studio. Certamente questi sono indispensabili per fissare e migliorare, per dare sicurezza e collaudare, mettere alla prova, temprare, sensibilizzare e arricchire. Ma l’artista nasce tale. Quel qualcosa in più, ciò che rende unici, particolari, è innato. Questo indipendentemente dal fatto che si raggiunga la notorietà, che si riesca a vivere di arte. Un artista lo riconosci subito: è timido, umile, magari insicuro. Poi sale su un palco, o prende in mano la sua matita, inizia a scrivere, disegnare, recitare, cucire, dipingere e diventa un altro! Si accende come la lampadine del “on air”. Passa dall’essere una persona tra le tante all’essere artista, quello vero. Li riconosci subito gli artisti. Hanno la testa tra le nuvole, gli occhi come stelle e i passi leggeri come a non voler disturbare. Si sentono piccoli e invece sono giganti…